2. Aleksandrów, 1921
3. Łódź, 1922
4. Varsavia, 1924
5. Skolimòw e Varsavia, 1925
6. Cracovia, Łagiewniki, 1926
7. Varsavia, ottobre 1928
8. Vilnius, 21 febbraio 1929
9. Varsavia, 11 giugno 1929
10. Kiekrz, 7 luglio 1929
11. Płock, giugno 1930
12. Varsavia (Via Žytnia) – Walendów, novembre 1932-aprile 1933
13. Cracovia, Łagiewniki 18 aprile 1933
14. Czestocowa, 24 maggio 1933 p.225-231
15. Vilnius maggio 1933 – febbraio 1935
16. Głogowiec e Varsavia, febbraio 1935
17. Vilnius, Pasqua 1935
18. Varsavia 21-25 marzo1936
19. Walendow 26 marzo 1936
20. Derdy maggio 1936
21. Cracovia, Łagiewniki 1936
22. Prądnik, nel sanatorio tra il 1936 e il 1937
23. Cracovia, Łagiewniki dal 27 marzo 1937
24. Rabka, 29 luglio -10 Agosto 1937
25. Cracovia, Łagiewniki 10 agosto1937
26. Cracovia, Ospedale Pradnik 21 aprile 1938
27. Cracovia, Łagiewniki 17 settembre 1938-5 ottobre 1938, giorno della morte
11. PŁOCK, GIUGNO 1930, dove cominciò la “storia” dell’Immagine
Quando nella primavera del 1930 suor Faustina arrivò nella casa della Congregazione di Płock — chiamata Istituto dell’Angelo Custode, destinato all’educazione di ragazze “decadute moralmente”— c’erano circa trenta suore e cento allieve. Fu impegnata, come al solito, in cucina, ma questa volta soprattutto nelle attività del panificio che produceva anche per l’esterno e dove, per un certo periodo, fu anche responsabile della cassa del negozio. Se da un lato questa nuova esperienza — obbligandola per molto tempo a trovarsi a contatto con i clienti — le rese più difficile pregare durante il lavoro, dall’altro le permise di conoscere meglio le persone del “mondo” e le loro necessità, sia spirituali sia materiali, forse allora preminenti, perché la città viveva un tempo di grave crisi economica che generava violenti tumulti — nel luglio del 1931, ci fu addirittura qualche morto — nelle piazze.
Ma Płock è una pietra miliare, perché qui comincia la “storia” dell’Immagine di Gesù Misericordioso, come ricorda una lapide sulla facciata dell’edificio che dà sulla piazza: «In questa casa il 22 febbraio del 1931 Faustina ebbe la prima apparizione dell’immagine di Gesù Misericordioso». Era la sera della prima domenica di Quaresima, il 22 febbraio 1931, quando suor Faustina, chiusa nella sua cella, vide il Signore Gesù, «[…] vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido» [D, 47]. Suor Faustina continua a raccontare così l’inizio della “storia”: «Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria”» [D, 47-48, sottolineature mie].

Di fronte a promesse così umanamente inconcepibili e anche sconvolgenti, suor Faustina sentì subito la necessità di recarsi dal suo confessore (1) il quale, da parte sua — non potendo naturalmente percepire la veridicità e l’autenticità di tali enormi promesse —, si limitò a “leggere” la richiesta di dipingere quell’immagine divina in senso metaforico, cioè di dipingerla nella sua anima.
Ma la metafora svanì un attimo dopo, appena lasciato il confessionale, quando suor Faustina udì «[…] di nuovo queste parole: “La Mia immagine c’è già nella tua anima. Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me”» [D, 49].
La richiesta, dunque, si era completata e il “doppio mandato” poteva considerarsi perfettamente definito:
1° far dipingere l’immagine di Gesù Misericordioso così come Le era apparso;
2° far istituire la festa della Divina Misericordia la domenica in Albis.
Per cogliere l’importanza che il Signore dava a questa festa, basterebbe ricordare che ne parlò con suor Faustina ben quattordici volte [cfr. EC,191]. Anche la lettura del Vangelo di san Giovanni (Gv, 20, 19-31) previsto nella messa della domenica in Albis – la domenica “raccomandata” per celebrare la festa della Divina Misericordia – racchiude un illuminante significato. Giovanni racconta di quando Gesù, nonostante le porte chiuse, andò a ritrovare i suoi discepoli nel Cenacolo, salutandoli con queste parole: «Pace a voi». «Proprio in quell’atteggiamento Gesù si mostrò a suor Faustina e così desiderò essere dipinto nel quadro» [Ibid.].E perché tutto fosse ancora più chiaro, Gesù, qualche anno dopo, durante la terza probazione a Varsavia di suor Faustina, le esplicitò anche l’angosciante “pegno” che avrebbe dovuto pagare, cioè le conseguenze “finali”, in caso di inadempienza — «Sappi che, se trascuri di dipingere quell’immagine e tutta l’opera della Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un gran numero di anime» [D,154] —, “spiegando” infine con queste parole il senso profondo dell’immagine di Gesù Misericordioso: «I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime… Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio. Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia. Chiedi al Mio servo fedele che in quel giorno parli al mondo intero di questa Mia grande Misericordia: in quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene. L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. […] Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia» [D, 299-301]».
Suor Faustina rimase a Płock quasi due anni e mezzo, durante i quali per almeno tre volte (2) e per periodi imprecisati andò a stare nella casa succursale di Biała, una sorta di colonia agricola della casa madre, ubicata a circa dieci chilometri da questa; si trattava di un’azienda di 45 ettari, che, con l’aiuto di soli tre uomini, era mandata avanti da tre suore e tredici allieve, e che produceva per soddisfare le esigenze alimentari della casa madre stessa.

Se suor Faustina era stata mandata a Biała per essere impiegata, ancora una volta, in cucina — ma anche «per rimettersi in salute», secondo la superiora suor Tobiasza Wilkosz [cfr. EC,195] —, ella comunque non disdegnò i lavori nei campi. In più, «aiutava suor Tekla a disporre i fiori nella cappella, ma quello non era tanto un suo dovere, quanto un piacere» [EC,197].
Anche qui Gesù si fece “vedere”, questa volta nel portico della casa, per farle sentire come la sua presenza amorevole fosse costante e interessata anche ai minimi “dettagli” affettivi. «Un giorno — racconta lei stessa — raccolsi le rose più belle per abbellire la camera di una certa persona. Quando mi avvicinai al portico, vidi Gesù che era lì in piedi nel portico e mi domandò amabilmente: “Figlia Mia, a chi porti quei fiori?”. Il mio silenzio fu la risposta al Signore, dato che in quel momento mi resi conto che avevo un attaccamento molto sottile per quella persona, di cui in precedenza non m’ero accorta. Gesù scomparve immediatamente» [D,71]. Suor Faustina capì perfettamente e al volo la “lezione” e subito agì di conseguenza: «Io all’istante gettai quei fiori per terra ed andai davanti al SS.mo Sacramento col cuore pieno di riconoscenza per la grazia di aver conosciuto me stessa. O Sole Divino, vicino ai Tuoi raggi l’anima nota anche i più piccoli granelli di polvere, che a Te non piacciono» [Ibid.].
Chiunque fosse stato il destinatario dei fiori — per qualcuno, la madre generale Michaela Moraczewska, per altri, il cappellano delle suore di allora don Pietro Trojańczyk (1887-1941) —, la “lezione” fu chiarissima, come nota molto bene Ewa Czaczowska: «[…] il direttore spirituale più importante di Faustina era Gesù stesso. Vegliava continuamente su di lei e la aiutava a purificarsi da ciò che ancora non era stato distrutto durante la notte oscura dei sensi […]. La purificava da ogni attaccamento, perfino da quello per la superiora della congregazione, la aiutava staccarsi da tutto ciò che nel suo cuore era ancora terreno. Lo faceva affinché la sua anima potesse giungere all’unione totale con Dio» [EC,196].
La casa di Biała con il portico dove Gesù apparve a suor Faustina era piccola, fredda, senza luce, acqua e fogne e faceva parte della tenuta agricola di Brwilno che fu comprata dalle suore nel 1928. Divenne ancora “più piccola” nel 1950, quando «le autorità comuniste deportarono le suore dal convento di Płock alla filiale di Biała, e il convento e l’istituto “Angelo Custode” furono nazionalizzati» (3). Solo negli anni ’80 del secolo scorso il governo dette il permesso per costruirne una nuova, descritta così da Ewa Czaczkowska:
«La nuova casa è un tipico “cubetto”, uno di quelli con cui, negli ultimi anni della Repubblica Popolare Polacca, venne inquinato il panorama architettonico della Polonia. Le suore lo collocarono molto vicino alla vecchia casa per un motivo molto semplice: quella era l’epoca in cui avevano solo cinque ettari di terra, perché il resto era stato requisito dai comunisti [in quel triste 1950, ndr]. Ogni lembo di terra veniva sfruttato al massimo. Il vecchio edificio era però troppo vicino a quello nuovo, perché lo si potesse lasciare. È stato abbattuto» [Ibid.].
Così finì la vecchia casa con il portico dove Gesù era apparso a suor Faustina.
Poi venne l’89. E l’anno dopo, insieme alle terre di Biała, fu restituito alla Congregazione anche l’Istituto degli Angeli Custodi, cioè la casa madre di Płock. Grazie ai tanti benefattori e all’Amministrazione Comunale (4) ma grazie anche – ne sono certo – ai celesti e potenti “protettori” dell’Istituto, la Congregazione riuscì a ricostruirlo. Tornarono le suore e nel luogo in cui Gesù aveva deciso di avviare la devozione alla Divina Misericordia, comunicando a suor Faustina il “doppio mandato”, fu eretta una cappella, molto frequentata dai fedeli e destinata a diventare un grande santuario. (5)
(continua)
Guido Verna
luglio 2016
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[D, num] Tutte le citazioni indicate con D e un numero si riferiscono a Santa Maria Faustina Kowalska, Diario. La misericordia divina nella mia anima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004 e alla sua articolazione. Mi riferisco allo stesso libro quando scrivo semplicemente Diario. Le frasi in grassetto compaiono nell’originale.
[EC, num] Tutte le citazioni indicate con EC e un numero (di p, fanno riferimento a Ewa Katarzyna Czaczkowska, Suor Faustina Kowalska. Biografia di una santa, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014.
(1) «Nella casa della congregazione a Varsavia c’erano a quel tempo come confessori ordinari (ogni settimana) Don Pietro Loewe (1875-1951) e Don Bronislao Kulesza (1885-?). Confessore straordinario (ogni trimestre) era il padre Luigi bukowski S.J. (1873-1941). è difficile stabilire presso quale di loro si sia confessata quel giorno la giovane aspirante» [D, 50, nota 21].
(2) La presenza di suor Faustina nella succursale di Biała si evince da due lettere scritte proprio da lì nell’estate del 1930 e nell’inverno del 1932.
(3) S. M. Elżbieta Siepak CSBVMM, nel sito web: https://www.suorfaustina.it/il-percorso-della-vita/#09
(4) La sede dell’Amministrazione Comunale si affaccia, per felice combinazione, nella stessa Stary Rynek, la Piazza del mercato vecchio, in cui è ubicato l’Istituto.
(5) Cfr. ibid. e il sito web https://www.interris.it/chiesa-cattolica/un-nuovo-santuario-sulle-orme-di-s-faustina-kowalska/
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