Nell’economia della Salvezza la Chiesa cattolica rappresenta un baluardo irrinunciabile. Non poche volte però la sua funzione è stata fortemente sminuita in nome di uno strisciante relativismo, per cui una fede vale l’altra. Nel corso dei secoli vari Papi si sono espressi a favore della unicità della Chiesa, ribadendo più volte il primato di Roma sulle altre comunità ecclesiali.

Non mancano documenti antichissimi che insistono sul primato petrino, pertanto non deve meravigliare tale insistenza da parte dei Padri della Chiesa e di vari pontefici nel corso dei secoli. La cattolicità andava ribadita e sostenuta con forza, visto il proliferare di antiche eresie che nel corso degli anni  riaffioravano sotto diverse forme e diversi nomi.

In primis l’arianesimo1, dottrina condannata dal Concilio di Nicea (325), il quale affermava che solo il Padre poteva considerarsi Dio, mentre il Figlio era una sua creatura; l’adozionismo2, secondo cui Gesù è inferiore al Padre e viene da lui adottato al momento del battesimo nel Giordano.

Viste tali distorsioni è facile intuire il perché la Chiesa si vedeva costretta ad intervenire per mantenere l’ortodossia della Fede.

Il soggettivismo interpretativo della Scrittura rischiava di dare una lettura  distorta della stessa, che non rientrava nel Magistero della Chiesa; ecco perché ne era sconsigliata la lettura da parte dei laici, in quanto essi avrebbero potuto evincere, dai passi biblici, nozioni totalmente distorte che poi di fatto avrebbero dato  origine alle varie eresie.

Ci può essere salvezza fuori dalla Chiesa? A questa domanda nel corso dei secoli hanno risposto diversi teologi, ma anche Pontefici in varie encicliche. Tra questi ricordiamo papa Bonifacio VIII e la sua bolla “Unam Sanctam”3 nella quale si legge:

Al tempo del diluvio invero una sola fu l’arca di Noè, raffigurante l’unica Chiesa; era stata costruita da un solo braccio, aveva un solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di essa ogni cosa sulla terra era distrutta”.

Altra enciclica fondamentale “Ad beatissimi Apostolorum”4 di papa Benedetto XV nella quale tra le altre cose si legge:

“Il cattolicesimo non può ammettere né il più né il meno: <<Questa è la fede cattolica; chi non la crede fedelmente e fermamente non potrà essere salvo>>; o si professa intero, o non si professa assolutamente …A ciascuno basti dire così: <<Cristiano è il mio nome, e cattolico il mio cognome5>>; soltanto, si studi di essere veramente tale, quale si denomina.”

Nell’anno 2000, l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Joseph Ratzinger, sentì la necessità di tornare su questi argomenti, che sul finire del XX sec. sembrava fossero stati un po’ abbandonati; fu in tale contesto che nacque la Dichiarazione “Dominus Iesus”.6

Così come c’è un solo Cristo, esiste un solo suo Corpo, una sola sua Sposa: <<una sola Chiesa cattolica e apostolica>>…I fedeli sono tenuti a professare che esiste una continuità storica, radicata nella successione apostolica, tra la Chiesa fondata da Cristo e la Chiesa Cattolica: <<E’ questa l’unica Chiesa di Cristo[…] che il Salvatore nostro, dopo la risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida; egli l’ha eretta per sempre come colonna e fondamento della verità. Questa Chiesa, costituita e organizzata in questo mondo come società, sussiste (subsistit in) nella Chiesa Cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui>>.7

1Eresia di Ario, monaco e teologo, vissuto nel IV sec.

2Eresia cristologica predicata dal vescovo Paolo di Samosata nel III sec.

3Promulgata nel 1302, la parte finale della bolla fa riferimento a un’opera di Tommaso d’Aquino “Contra errores graecorum”.

4Prima enciclica di papa Benedetto XV promulgata il 1 novembre 1914.

5 Celebre frase di Paciano di Barcellona, vescovo e santo vissuto nel IV sec.

6Dichiarazione circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa., ediz. Paoline

7Ivi, pag. 30    

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