di Guido Verna
8 novembre 2013
Sommario
1. Premessa con epigrafi
2. La famiglia
2.1 Premessa
2.2 La sua difesa non è uno specifico della religione cattolica
2.3 Da sempre: la “naturalità” della famiglia
3. In sintesi
4. Itinerario della sua disgregazione
4.1 Prima Rivoluzione: la Riforma protestante
4.2 Seconda Rivoluzione: la Rivoluzione francese
4.3 Terza Rivoluzione: la Rivoluzione sovietica
4.4 Quarta Rivoluzione: il sessantotto
4.5 Il crollo delle ideologie
5. L’ideologia Gender
6. Oggi (2013, ndr): la legge cosiddetta antiomofobia
7. Il fondo?
7.1 L’eutanasia
7.2 L’incesto
7.3 La pedofilia
7.4 La bestia nera
7.5 Si può cambiare la storia
7.6 La sintesi in un acronimo
7.7 Comunque sia, la storia ha già un Vincitore
5. L’ideologia Gender
L’ideologia Gender cresce sempre di più.
Con tale ideologia, siamo di fronte alla massima distanza concepibile tra creatura e Creatore, al totale rifiuto e sovvertimento anche degli ultimi elementi naturali che sembravano incontrovertibili e incoercibili.
Non si nasce più uomo o donna: si decide strada facendo. Nessuna coppia “in attesa” potrà — anzi dovrà — più porsi la domanda fatidica: «sarà un maschietto o una femminuccia?».
Sarà lui, il nascituro — ma “dopo”, da grande — a decidere.
Il sesso è indipendente del dato naturale, che ne è solo una componente e nemmeno la più importante.
Si può imparare anche dall’Enciclopedia popolare Wikipedia:
«Nella maggioranza della popolazione, l’identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone “cisgender“). Ad esempio, una donna cisgender:
[a] ha gli attributi femminili (sesso)
[b] si sente donna (identità)
[c] viene percepita dagli altri come donna (ruolo)
Idem nel caso di un uomo cisgender, dove però ovviamente sesso, identità e ruolo di genere saranno al maschile.
L’identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta a dire “io sono uomo” o “io sono donna”» [32].
L’ideologia di genere (gender) — che «[…] affonda le sue radici filosofiche e storiche nel materialismo post-illuminista marxista, nel femminismo (della rivendicazione e marxista prima, essenzialista e post-strutturalista poi), nonché nella rivoluzione sessuale e nel sessantottismo […]» [33] —: la Biondiè ancora più severa.
Essa, infatti, «[…] considera del tutto irrilevante il dato di natura (essere sessualmente un maschio o una femmina è un puro accidente) e sostiene che siano determinanti nella formazione della propria identità solo le componenti non biologiche della sessualità umana (psicologiche, relazionali, sociali…), considerate puri costrutti sociali, cioè frutto del contesto culturale o della libera scelta dell’uomo» [34].
Con questa ovvia conseguenza: «se non esiste una natura e una legge morale naturale, cioè un progetto da realizzare responsabilmente, l’unico criterio per autodeterminarsi diventa il proprio desiderio, assolutizzato a norma di vita e a giustificazione del “diritto” a una libera scelta sessuale» [35].
Ma non è finita. Non è che una volta stabilito “chi” sono, sono obbligato a rimanere “quello” per tutta la vita. Perché l’uomo rimane il padrone di sé stesso, senza vincoli di alcun genere e con la perenne e intangibile facoltà di autodefinirsi di nuovo, continuamente, quanto volte vuole e quando vuole.
Non più, dunque, uomini o donne biologicamente definiti. «La tradizionale polarità sessuale maschile/femminile andrebbe cancellata, per essere sostituta dalla logica del continuum; all’individuo dovrebbe essere definitivamente riconosciuta la caratteristica di soggetto nomade intimamente posseduto da una logica di mutamento (Rodotà)» [36].
Sono come plastilina, materia fluida, in grado di rimodellarsi nel tempo «[…] cosicché lo stesso individuo può decidere nell’arco della sua vita di assumere generi diversi (eterosessuale, bisessuale, omosessuale, transessuale, etc. fino alla pedofilia e alla zoofilia): da qui il fatto che l’ideologia gender è detta anche ideologia transgender (perché si può passare fluidamente da un genere all’altro) o queer (che significa “strano”)» [37].
Come scrive Dole O’Leary, una studiosa americana, «i GenderQueersi ribellano contro tutte le restrizioni dell’identità, del comportamento e dell’attività sessuale. Vogliono poter fingere di essere del sesso opposto o di nessun sesso, o di entrambi, e cambiare la propria identità in base a come si sentono; vogliono inoltre che la società finga insieme a loro, e vogliono essere in intimità sessuale con persone di entrambi i sessi» [38].
E Kate Bornestein, «un uomo che si presenta come donna»definisce così la fluidità di genere: « “[…] è la capacità di diventare, liberamente e consapevolmente, di uno o di molti in una serie infinita di generi, per qualsiasi periodo di tempo o con qualsiasi rapidità di cambiamento”» [39].
Ovviamente, questa ribellione alla natura ha bisogno anche di mutazioni semantiche e non solo nel linguaggio comune ma anche in quello che alimenta gli ordinamenti giuridici e in quello burocratico, dove già si utilizza «[…] “genitore” invece di “madre” e “padre”, “parentalità” invece di “famiglia” — […] [riuscendo così già] a cancellare nei documenti la famiglia naturale. [In più] Con un’altra operazione artificiosa si sostituiscono “sesso” con “sessualità” e “sessuato” con “sessuale”, per confermare che non conta la realtà, ma solo l’orientamento del desiderio» [40].
Come sarà il nuovo edificio non lo sappiamo, nessuno può saperlo, trattandosi di un novum assoluto. Una ri-creazione del mondo operata diversamente dal Creatore.
«La lotta [del gender movement] è per la distruzione della persona [che va de-costruita e ri-costruita] […] Per la decostruzione dell’individuo separato dal sesso e la ricostruzione dell’individuo secondo il “genere” occorre creare un ambiente sociale adatto, a cui si perviene attraverso una serie di dispositivi che Reiche ha definito di“omosessualizzazione della sessualità“, consistente tanto nell’uniformazione dei sessi fra loro, quanto nell’avvicinamento del mondo e della cultura eterosessuale al mondo e alla cultura omosessuale. […] La cultura della maggioranza eterosessuale e il suo stile di vita devono allinearsi a quelli della minoranza omosessuale […] [Si tratta in definitiva di] una lotta contro l’uomo in quanto creato a immagine e somiglianza di Dio» [41].
Noi, dall’Eden fino ad oggi, abbiamo conosciuto civiltà e culture che — più o meno, volenti o nolenti, con conoscenza diretta o attraverso elementi di natura — hanno tenuto conto che «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen 1, 27). Oggi invece si comincia a costruire un mondo “nuovo” «Alla [cui] base ci sarebbero individui astratti che sceglierebbero in seguito il loro orientamento sessuale senza alcun riferimento al dato naturale. […][Il mondo “nuovo”] della discriminazione dell’eterosessualità, ossia della differenza sessuale, e della imposizione culturale della transessualità, ossia dell’indifferenza sessuale» [42].
Sarà il mondo in cui «La tecnica ha reso [finalmente] possibile l’emancipazione della cultura dalla natura e quindi ha reso possibile essere mamma senza essere donna, essere padre senza essere uomo, essere uomo pur essendo donna ed essere donna pur essendo uomo, essere padre o madre senza sapere di chi ed essere figlio senza sapere di quale padre o di quale madre»[43];
in cui è già possibile la produzione di embrioni senza conoscere i donatori (perché, almeno per ora, non se ne può fare ancora a meno…), quindi di bambini di cui non si conoscono i genitori, quindi, di fatto, di bambini senza genitori;
in cui è già possibile avere tre mamme, chi vende l’ovulo, chi affitta l’utero e chi acquista il “prodotto”. E quest’ultima non sarà necessariamente donna né sarà per sempre quello che è, al momento del ritiro del povero neonato.
Ma cosa c’è alle spalle dell’ideologia gender e qual è il suo fine?
Il crollo del socialismo e del comunismo ha inferto un colpo micidiale a quell’egualitarismo che — pur solo economico — era stato predicato fino alla nausea per tutta la nostra gioventù, e in cui rimanevano inespressi ma vivi, a covare sotto la cenere, tutti gli altri egualitarismi — fino a quelli estremi uomini-animali o uomini–piante —, indispensabili alla ricostruzione di un mondo che fosse il contrario di quello creato dal Padreterno, che era, appunto, un inno alla diversità e alla molteplicità.
«La teoria del gender è un’ideologia a sfondo utopistico — scrive la Scaraffia sull’Osservatore Romano — basata sull’idea, già propria delle ideologie socio-comuniste e fallita miseramente, che l’eguaglianza costituisca la via maestra verso la realizzazione della felicità. Negare che l’umanità è divisa tra maschi e femmine è sembrato un modo per garantire la più totale e assoluta eguaglianza — e quindi possibilità di felicità — a tutti gli esseri umani. Nel casodella teoria del gender, all’aspetto negativo costituito dalla negazione della differenza sessuale, si accompagnava un aspetto positivo: la totale libertà di scelta individuale, mito fondante della società moderna, che può arrivare anche a cancellare quello che veniva considerato, fino a poco tempo fa, come un dato di costrizione naturale ineludibile» [44].
Dalle ceneri ancora calde dell’ideologia marxista, si è acceso il fuoco già preparato dell’ideologia “di genere”.
Ma tale teoria, aggiunge la Scaraffia, «oltre che infondata, […] sottintende una visione politica estremamente pericolosa, facendo credere che la differenza sia sinonimo di discriminazione. […] il principio di uguaglianza non richiede affatto di fingere che tutti siano uguali: solo nella misura in cui l’esistenza della differenza venga effettivamente riconosciuta e considerata, si potrà realmente dare a tutti, allo stesso modo e in pari grado, piena dignità e uguali diritti» [45].
La teoria, però, ha potuto godere e gode di uno straordinario supporto internazionale, non solo da parte di lobbies ma ancheda parte di Stati e di organismi internazionali [46].
Come il Presidente Obama e il suo governo che minacciano «[…] di interrompere l’aiuto internazionale ai Paesi che non cambiano la loro definizione di matrimonio o non legalizzano l’aborto». Come «[…] alcune delle principali agenzie dell’Onu e dalle Ong che si occupano di controllo demografico» [47] che hanno assunto come linea ideologica una “prospettiva di genere”. Come la stessa Unione europea che partecipa attivamente ai lavori di decostruzione dell’esistente, essendo «[…] la principale finanziatrice dell’aborto nel mondo» (cfr DSC). E ancora, come le «[…] organizzazioni abortiste, prima fra tutte International Planned Parenthood» [48]. O come il grande e ammirato miliardario Bill Gates che con la sua Melinda (ah, le mele…) organizza il «”più grande evento mondiale sulla salute delle donne”, [con] quattromila delegati, esperti e burocrati dell’umanitarismo globale […] [convocati e riuniti lo scorso giugno] a Kuala Lumpur, in Malesia, per sostenere quella che i [suoi] critici […] hanno chiamato “una rivoluzione a colpi di educazione sessuale in quei paesi dove è proibita, di contraccezione per tutti e di aborticidi chimici come il misoprostol”» [49]. Per inciso, era presente il ghota del mondo abortista mondiale: «[…] a fianco di Melinda Gates sono stati Cecile Richards, presidente della Planned Parenthood Federation of America (la più grande ong abortista del mondo); BabatundeOsotemehin, direttrice dello United Nations Population Fund, l’agenzia Onu che si occupa di “pianificazione familiare” (leggi aborti), ma anche teorici dell’infanticidio come il bioeticista australiano Peter Singer, e pionieri degli aborti tardivi come l’americano Leroy Carhart» [50].
Mi chiedo ancora: come sarà un mondo così? Come finirà un mondo così? Non lo so, nessuno di noi lo sa, né può saperlo, ovviamente a breve termine o comunque su un orizzonte temporale a portata di uomo.
Siamo di fronte a un progetto come l’ideologia di genere che prevede e persegue come obiettivo finale la cancellazione di Dio dalla nostra vita, il suo rifiuto totale, anche in quelle parti di creato che sembravano di evidenza invincibile.
Siamo di fronte al rovesciamento — e quindi alla distruzione — delle basi antropologiche della nostra società.
Non sono più la biologia e la morfologia del proprio corpo a definire la propria sessualità, quanto invece la percezione soggettiva del proprio orientamento sessuale.
Di fronte a tutto questo, ascoltiamo, conclusivamente, la voce di Benedetto XVI, cogliendola nella pienezza non solo “culturale” ma anche “operativa”:
«Poiché la fede nel Creatore è una parte essenziale del Credo cristiano, la Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza. Essa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di sé stesso.
È necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un’autodistruzione dell’uomo e quindi una distruzione dell’opera stessa di Dio. Ciò che spesso viene espresso e inteso con il termine «gender» si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore.
L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione». [51].
(continua)
Guido Verna
Novembre 2013
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Testo non rivisto di una conferenza tenuta a Termoli (CB), l’8 novembre 2013 presso la Parrocchia Gesù Crocifisso.
[32] Wikipedia, Voce Gender, consultato il 7 novembre 2013
[33] Paola Biondi, Gender revolution: soluzione finale!, in Maria di Fatima – in Rivista di spiritualità della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, 2 febbraio 2013.
[34] Ibid.
[35] Ibid.
[36] Francesco D’Agostino, Relazione al 1° Congreso Internacionalde Ideologia de Gènero dell’Università di Navarra, 9-11- febbraio 2011,in Studi Cattolici, n.601 marzo 2011.
[37] P.Biondi, op.cit.
[38] Dale O’Leary, Gli equivoci del Gender, Relazione al Convegno Dalla differenza alla in-differenza sessuale, Brescia, 13 Aprile 2013, presso il Centro pastorale “Paolo VI”, organizzato dall’ Ufficio per la famiglia e Ufficio per la salute della Diocesi di Brescia, in collaborazione con varie Associazioni cattoliche.
[39] Ibid.
[40] Lucetta Scaraffia, La teoria del “gender” e l’utopia dell’uguaglianza in L’Osservatore Romano, Roma 10 febbraio 2011.
[41] Mauro Ronco, La tutela penale delle persone e le ricadute giuridiche dell’ideologia del genere, in Cristianità, n. 367, anno XXXIX, gennaio-marzo 2011, pp.23-44.
[42] AA.VV., La colonizzazione della natura umana, sintesi introduttiva del IV Rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa nel mondo, dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, Cantagalli, Siena 2012, in
[43] Ibid.
[44] L. Scaraffia, cit.
[45] Ibid.
[46] Cfr. AA.VV., La colonizzazione della natura umana, cit.
[47] Cfr.L. Scaraffia, cit.; «Per promuovere questa agenda il 20 gennaio 2013 il presidente Barack Obama ha firmato un memorandum intitolato: “Coordinamento delle Politiche e dei programmi per promuovere l’uguaglianza di genere e per dare potere alle donne e alle ragazze a livello globale”. Lo scopo è di far valere tutto il peso del governo americano per promuovere l’agenda di genere».
[48] Cfr. Lucia Braghini, O’Leary: il gender rovesciamento della realtà – Intervista a Dale O’Leary, in La nuova Bussola quotidiana on line, 12-04-2013, dove può leggersi anche questo: «[D] Quali sono le forze principali impegnate nella promozione dell’agenda di genere? [R] Gli attori principali sono tre: gli ambienti femministi radicali di ispirazione marxista, che utilizzano le conferenze ONU per far progredire i loro programmi, poi le organizzazioni abortiste, prima fra tutte International Planned Parenthood, e, infine, i gruppi che spingono per il controllo demografico, impegnati nella diffusione di aborto e contraccezione», in
[49] Giulio Meotti, Il virus letale di Bill Gates in Il Foglio, Roma 12 giugno 2013, in
[50] Ibid.
[51] Benedetto XVI, Discorso alla Curia romana in occasione della presentazione degli auguri naalizi, 22 dicembre 2008 in
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