di Guido e Grazia Verna (agosto 2018)
6. Durante la visita, gli occhi vanno a una lapide di marmo bianco con su incisa questa scritta: «Templum hoc Sanctae Mariae Egenorum dicatum, Benedictus P.P. XVI visitavit Die VI augusti A.D. MMX».

Sorpresa! In occasione del suo 1400° anniversario, la Madonna de’ Bisognosi aveva dunque ricevuto la visita del Pontefice Benedetto XVI! Leggiamo il racconto di come andò. Arrivò senza nessuna scorta né preavviso, nel primo pomeriggio di quel venerdì, mentre tutti stavano riposando. Mandò il suo accompagnatore a informare il “guardiano” del Santuario che avrebbe gradito l’assoluto riserbo circa la sua presenza, dal momento che la sua unica intenzione era di ritirarsi in preghiera solitaria davanti alla Madonna. Era il giorno della Trasfigurazione e anche lui voleva ritirarsi sul monte a pregare [6].
La richiesta fu ovviamente esaudita, con grande ma silenzioso entusiasmo. Quando, però, giunse il momento della sua partenza per far ritorno a Roma, il “guardiano” del Santuario non poté fare a meno di chiedere umilmente all’ospite tanto inaspettato quanto straordinariamente illustre, se, a quel punto, poteva far sapere della sua visita anche agli altri giovani che erano in casa. Papa Benedetto rispose di sì… e fu subito il momento della festa, delle sue benedizioni e delle foto ricordo.

7. Non solo un Papa, però, può essere un “Bisognoso”: accadde anche a tanti santi di sentirsi “così” e di venire a pregare la nostra Madonna. Cominciò nel 998 san Romualdo abate (951-1027), il fondatore dell’eremo di Camaldoli; poi, fu la volta di San Pietro eremita (inizio XI sec-1052), che ci rimase per due anni, forse anche per l’aria di casa che respirava (infatti era nato proprio a Rocca di Botte).

Intorno al 1216, venne a pregarLa il grande san Francesco d’Assisi (1181/1182-1226); e poi, via via, san Bernardino da Siena (1380-1444), san Giovanni da Capestrano (1386-1456), san Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751) [7]. Aggiungo – non ho trovato altre conferme, ma la fonte è autorevole – che «negli ultimi tempi non possiamo non ricordare la visita al convento di un personaggio grandissimo: santa Teresa di Calcutta» [8].


Altri personaggi autorevoli sono saliti al Santuario per rendere omaggio alla Madonna dei Bisognosi. A cominciare, dal cardinale anagnino Rinaldo dei Signori di Jenne (1199-1261), vescovo di Ostia e di Velletri, che nel 1250, venne a Pereto per consacrare due chiese e finì per rimanere quassù per qualche mese- Quattro anni dopo sarebbe stato eletto Papa col nome di Alessandro IV.
Nel XV o XVI secolo, «vi abitò il cardinal Prospero Veronese quando andò a ringraziare per una grazia ricevuta» [9]. Benchè non sia certo chi davvero fosse questo cardinale [10], va comunque ricordato per la «memoria» che ritenne di dover lasciare al Santuario, dove, finalmente risanato, si era recato per sciogliere un voto che aveva fatto alla Madonna dei Bisognosi, a cui si era rivolto perché intercedesse per la guarigione dalla grave malattia che lo affliggeva. Tale «memoria» consisté nel far affrescare la piccola cappella che era stata eretta in prossimità del Santuario stesso, sulla stradina verso Rocca di Botte, proprio laddove la mula che trasportava la statua della Madonna col Bambino cadde sfinita dopo il lungo viaggio dal lontano mare Adriatico.

Ma oltre a questa «memoria» ce n’era un’altra particolarmente significativa da ricordare: la mula era caduta senza stramazzare, appoggiando prima le sue ginocchia sulla pietra … e la pietra le aveva accolte dolcemente, conservandone le «vestigia», come si poteva leggere in una iscrizione prima del restauro del 1779 [11].
Tra i tanti altri personaggi illustri che vennero a pregare la Madonna dei Bisognosi, mi piace ricordarne solo uno, lo spagnolo Francisco Ruiz de Castro (1579-1637), richiamato quassù non tanto e non solo, come potrebbe sembrare, dall’origine sivigliana della Virgen de los necesitados bensì da una autentico affetto verso la Madonna, come darà prova nella parte finale della sua vita. Francisco Ruiz de Castro, sempre sotto il regno di Filippo III (1578-1621), fu prima Vicerè del Regno di Napoli (dal 1601 al 1603), poi ambasciatore presso la S. Sede (dal 1609 al 1615), infine Vicerè del Regno di Sicilia (dal 1616 al 1622). Ebbene, questo personaggio tanto illustre «per ben tre volte si portò sul monte [una volta portando con sé tutta la sua famiglia e lasciandovi] […] in dono una grande lampada d’argento» [12]. La vita del nobile galiziano si concluse in modo del tutto congruo con la sua comprovata affezione alla Madonna: nel 1629, sei anni dopo la prematura morte della sua adorata moglie Lucrezia [Gattinara di Legnano, (1590-1623)], si ritirò in convento a Sahagun, un piccolo e storico paese sul Cammino di Santiago nella provincia di Leon, dove, nel Monasterio Real de San Benito, si fece monaco benedettino, assumendo il nome di padre Agostino.

(continua)
Guido e Grazia Verna
Agosto 2018
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[6] «A sorpresa […] Benedetto XVI ha lasciato per una giornata Castel Gandolfo ed è tornato in Abruzzo […]. Ne ha parlato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, a Radio Vaticana. ”Ieri −ha raccontato − era la Festa della Trasfigurazione, in cui il Vangelo racconta che Gesù va sul monte a pregare. Il Papa ha pensato di fare, anche lui, un piccolo pellegrinaggio, recandosi nel piccolo Santuario della Madonna dei Bisognosi che si trova al confine tra il Lazio e l’Abruzzo” » in
[7] Per tutte le notizie sui santi visitatori citati, cfr. Massimo Basilici (a cura di), Santa Maria dei Bisognosi, Roma 1984, cap. 6 “I visitatori” in
https://www.pereto.org/documenti/bisognosi/santuario%20madonna%20dei%20bisognosi.pdf
[9] M. Basilici (a cura di), op.cit.. Nella nota dello stesso autore si fa stato sull’incertezza di chi fosse questo cardinale, rimandando allo scritto del vescovo Corsignani appresso citato,
[10] Cfr. Pietro Antonio Corsignani, vescovo di Venosa, Reggia Marsicana ovvero Memorie topografico-storiche Di varie Colonie, e Città antiche e moderne della Provincia de i MARSI e di Valeria etc., Parte I, Il Parrino, Napoli 1738,pp. 243-244, in
Secondo il vescovo Corsignani, «[…] fa di mestieri affermare, che abbia errato chi scrisse a penna la Tavoletta; credendosi più tosto a mio talento, ch’egli esser potesse il Cardinale Prospero Colonna (1410-1463) […], oppure un altro Prospero Cardinale Santacroce Romano (1514–1589) »
[11] Cfr. M. Basilici (a cura di), op.cit., dove si legge anche che «[…] il cardinale concedeva l’indulgenza di cento giorni a tutti i fedeli che ivi fermati recitassero cinque Pater Noster ed altrettante Ave Maria. Oggi nella cappella, ancora esistente, è possibile vedere un frammento di affresco».
[12] Ibidem,
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