di Ivan Manzella

Il Kaddish, insieme a Shemà e Amidah, nella liturgia ebraica è uno degli elementi principali.
Nella sua accezione aramaica קדיש significa Santificazione, perché è una delle più antiche preghiere ebraiche che celebra l’esaltazione, la magnificazione ed appunto la Santificazione del Nome di Dio, ma può essere recitata soltanto alla presenza di un Minian, cioè di un quorum composto da dieci maschi ebrei che abbiano compiuto la maggiore età religiosa dei 13 anni, età a partire dalla quale ogni ebreo ha il dovere di osservare i precetti della Torah.
Il numero di 10 adulti ricorda altresì la quantità minima di persone giuste che Abramo aveva implorato a Dio per salvare Sodoma, ed è quello per il quale sopra una congregazione che sia degna può posarsi la Shekhinah, cioè la Presenza di Dio nel Tempio…

Spesso il Kaddish è usato come momento di preghiera nel lutto, ed è recitato come parte dei rituali funebri dell’ebraismo in tutti i servizi di preghiera, per i memoriali come anche per i funerali.
Il “dire Kaddish” significa quindi che le persone colpite dalla perdita “dicono Kaddish” per dimostrare che pur in una situazione tragica e di afflizione “ancora lodano Dio”.
Le parole iniziali di questa preghiera sono ispirate da Ezechiele38:23, visione della Grandezza di Dio agli occhi di tutte le Nazioni. Il versetto centrale del Kaddish nella tradizione ebraica è la risposta della congregazione: in ebraico: יְהֵא שְׁמֵהּ רַבָּא מְבָרַךְ לְעָלַם וּלְעָלְמֵי עָלְמַיָּא (“Sia il Suo Grande Nome Benedetto per tutta l’eternità.”),
Il Kaddish del lutto, il Kaddish del Rabbino ed il Kaddish Completo finiscono con una supplica per la pace (“Oseh Shalom…”).
Possiamo anche scorgere, seguendo le prime linee del testo, come in realtà il Kaddish rechi già in sé il “Germe del Padre nostro” poi insegnato da Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi come trait d’union fra le due confessioni religiose aventi la stessa origine.
Come guida all’ascolto propongo di sentire la versione cantata da Alice del Kaddish musicato da Maurice Ravel, e la stessa versione strumentale da me incisa nel 2003 con la trascrizione pianistica di Ziloti.
Il critico Philippe Danel in suo saggio descrive Ravel come un artista capace di rendere dei “falsi più veri degli originali”, e questo apprezzando la capacità del musicista francese di realizzare delle proprie melodie e delle armonizzazioni a musiche popolari di squisita fattura.
In particolare si può gustare tale bravura nelle opere da camera per solista e pianoforte (o per piccoli gruppi strumentali) come le Cinque Melodie popolari greche, o nei Canti popolari italiani, spagnoli, francesi ed ebraici che gli valsero il Premio di un Concorso a tema organizzato a Mosca dalla Casa del Lied e il vocalizzo in forma di habanera, e tutti scritti fra il 1904 e il 1910.
Ma particolarmente attratto dalla lingua ebraica e da quella yiddish, Ravel compone nel 1914 le due splendide Melodie Ebraiche, di cui la prima, il Kaddish appunto, ebbe un notevole successo, tale da indurre lo stesso a Ravel a diffonderlo sempre più con varie trascrizioni, per viola, violoncello, flauto, oboe ed anche per pianoforte.
Come abbiamo visto prima, si tratta di una preghiera in suffragio delle anime dei defunti, e rievoca in maniera sorprendente l’ambiente di una sinagoga ebraica, con un canto che si libra leggero nell’aria profumata d’incensi e in spazi talmente ampi da riecheggiare per molti secondi di risonanza, ottenuta al pianoforte con un largo utilizzo del pedale.

Sotto lo schema del testo Ebraico traslitterato del Kaddish, con ai lati la traduzione italiana e l’originale in aramaico/ebraico.
KADDISH
Traduzione italiana | Traslitterazione | Aramaico / Ebraico |
Sia magnificato e santificato il Suo grande Nome.a | Yitgaddal veyitqaddash shmeh rabba | יִתְגַּדַּל וְיִתְקַדַּשׁ שְׁמֵהּ רַבָּא |
nel mondo che Egli ha creato conforme alla Sua Volontà! | Beʻalma di vra khir’uteh | בְּעָלְמָא דִּי בְרָא כִרְעוּתֵהּ |
Venga il Suo Regno | veyamlikh malkhuteh | וְיַמְלִיךְ מַלְכוּתֵהּ |
e possa la Sua salvezza manifestarsi e il Suo unto arrivare. | [veyatzmaḥ purqaneh viqarev (qetz) meshiḥeh] | וְיַצְמַח פֻּרְקָנֵהּ וִיקָרֵב(קיץ) מְשִׁיחֵהּ |
durante la vostra vita e la vostra esistenza | beḥayekhon uvyomekhon | בְּחַיֵּיכוֹן וּבְיוֹמֵיכוֹן |
e durante l’esistenza di tutto il Popolo d’Israele, | uvḥaye dekhol [bet] yisrael | וּבְחַיֵּי דְכָל [בֵּית] יִשְׂרָאֵל |
presto e nel più breve tempo! e dite, Amen. | beʻagala uvizman qariv veʼimru Amen | בַּעֲגָלָא וּבִזְמַן קָרִיב. וְאִמְרוּ אָמֵן |
Lodato, glorificato, innalzato, | Yitbarakh veyishtabbaḥ veyitpaar veyitromam | יִתְבָּרַךְ וְיִשְׁתַּבַּח וְיִתְפָּאַר וְיִתְרוֹמַם |
elevato, magnificato, celebrato, encomiato, | veyitnasse veyithaddar veyitʻalleh veyithallal | וְיִתְנַשֵּׂא וְיִתְהַדָּר וְיִתְעַלֶּה וְיִתְהַלָּל |
sia il Nome del Santo Benedetto. Egli Sia | shmeh dequdsha berikh hu. | שְׁמֵהּ דְקֻדְשָׁא בְּרִיךְ הוּא. |
al di sopra di ogni Benedizione, | leʻella (lʻella mikkol) min kol birkhata | לְעֵלָּא (לְעֵלָּא מִכָּל) מִן כָּל בִּרְכָתָא |
canto, celebrazione, e consolazione | veshirata tushbeḥata veneḥemata | וְשִׁירָתָא תֻּשְׁבְּחָתָא וְנֶחֱמָתָא |
che noi pronunciamo in questo mondo! E dite, Amen | daamiran beʻalma veʼimru Amen | דַּאֲמִירָן בְּעָלְמָא. וְאִמְרוּ אָמֵן |
Link ascolto:
Ivan Manzella – Ravel: Kaddish (Pianoforte)
Alice canta Ravel: Kaddish
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