di Gianluca Zappa
- La
teoria della libera coesistenza di Stato e Chiesa (senza sovrapposizioni
reciproche) è nata proprio nell’alto medioevo.
Era l’anno 494 e Papa Gelasio I scriveva da Roma una rispettosa epistola al potente imperatore bizantino Anastasio Augusto, chiamandolo “clementissimo figlio”. In ballo c’era già la pretesa del potere imperiale di coartare la libertà religiosa (cesaropapismo).
Gelasio ragionava così: come noi ecclesiastici ci sottomettiamo a te imperatore, nell’obbedire alle tue leggi, così tu “nel ricevere i sacramenti celesti ti devi sottomettere all’ordine della religione, anziché fartene capo”.
Era un richiamo solenne (il primo nella storia) al riconoscimento dell’autonomia dei due poteri, le “due spade”. Dante 800 anni dopo parlerà dei “due soli”.
Sappiamo tutti che nei secoli successivi si sarebbe continuato a discutere e a combattere. Ma intanto il criterio era stato enunciato e segnerà la storia dell’Occidente. Altrove, ancora oggi, assistiamo alla sovrapposizione della legge religiosa a quella dello stato (la sharia islamica) o, come nella Cina comunista, al controllo dello stato sulla chiesa.
Papa Gelasio aveva indicato la strada giusta.
Roba da Medioevo!
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