Sposa, madre, religiosa
Upsala (Svezia), 1303 – Roma, 1373
Canonizzata 1391
“Sii benedetto, lodato e glorificato nei secoli, mio Signore Gesù” Santa Brigida
Brigida a poco più di 12 anni è presso la zia Caterina Bengtsdotter. Dopo aver ascoltato una predica sulla Passione di Gesù, ha con Lui un profondo colloquio che le rimane impresso per sempre. Alla domanda: “O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così?”, si sente rispondere: “Tutti coloro che mi dimenticano e disprezzano il mio amore!”. La bambina decide di amare Gesù con tutto il cuore e per sempre. Nella sua vita non mancheranno fenomeni mistici, come la visione del demonio sotto forma di mostro dai cento piedi e dalle cento mani.
Sposa e madre cristiana
A 14 anni è destinata sposa del giovane Ulf Gudmarsson figlio del governatore del Västergötland. Brigida vorrebbe consacrarsi a Dio, ma vede nella disposizione paterna la volontà di Dio e serenamente accetta. Il giovane sposo, nonostante il suo nome, che significa ‘lupo’, si dimostra invece uomo mite e desideroso di condurre una vita conforme agli insegnamenti evangelici. La figlia, S. Caterina di Svezia, testimonia al processo di canonizzazione che i due sposi vissero per un biennio come fratello e sorella nella preghiera e nella mortificazione e soltanto tre anni dopo nacque la prima figlia e in venti anni Brigida diede al marito ben otto figli. Successivamente i due coniugi divengono Terziari Francescani.
La principessa
Per venti anni Brigida, che è la principessa di Närke, non ostenta alcuna vanagloria, è un’ottima massaia, dirige il personale della casa e, mescolata ad esso, svolge le varie attività domestiche, instaurando un benefico clima di famiglia. Si dedica particolarmente ai poveri e procura alle ragazze una onesta sistemazione a prevenire la prostituzione. Fa costruire un piccolo ospedale, dove ogni giorno assiste i malati, lava e rammenda i loro vestiti.
In questo intenso periodo, conosce il maestro Matthias, uomo esperto in Sacra Scrittura, di vasta cultura e zelante sacerdote. Qui si fonda la sua conoscenza delle correnti di pensiero di tutta l’Europa, che si rivelerà utile per la sua futura missione.
Alla corte reale di Svezia
Nel 1335 Brigida è invitata dal re di Svezia Magnus, suo lontano cugino, a stabilirsi a corte, per seguire la giovane regina Bianca di Dampierre, figlia di Giovanni I, conte di Namur. L’invito non si può negare. La principessa affida due figlie e un figlio a monasteri cistercensi e si trasferisce a Stoccolma, portando con sé il figlio più piccolo. Grande è la sua influenza sui giovani sovrani e la Svezia adotta buone leggi e abolisce consuetudini ingiuste ed inumane.
Ma, mentre la nuova regina cresce, la vita di corte diviene molto mondana. Brigida si trova messa da parte. Pur mantenendo buoni rapporti con i sovrani, lascia la corte e torna a casa sua, nella gioia della famiglia e della convivenza con il marito.
Nozze d’argento e vita religiosa
Nel 1341 i due coniugi per festeggiare le nozze d’argento, si recano in pellegrinaggio a Santiago di Compostella e scelgono di vivere in vita fraterna e casta e al rientro decidono di abbracciare la vita religiosa, cosa possibile e frequente in quei tempi. Parecchi santi e sante provengono da questa scelta condivisa. Al ritorno, Ulf entra nel monastero cistercense di Alvastra, dove poi muore il 12 febbraio 1344 assistito dalla moglie. Lei a sua volta, esaurita la sua missione di sposa e di madre, decide di trasferirsi in un edificio annesso al monastero di Alvastra, dove resta quasi tre anni fino al 1346.
Messaggera del gran Signore
Sarà il periodo più straordinario della sua vita. Vive in austerità e medita sui divini misteri della Passione del Signore e dei dolori e glorie della Vergine, comincia ad avere le visioni di Cristo, che in una di queste la elegge “sua sposa” e “messaggera del gran Signore”. Vivrà così fino alla sua morte. Ai suoi direttori spirituali come il padre Matthias, Brigida detta le sue celebri “Rivelazioni”, sublimi intuizioni e soprannaturali illuminazioni, che sono poi raccolte in otto bellissimi volumi.
Il bene del Paese, dell’Europa e della Chiesa
Durante le visioni, Cristo la spinge ad operare per il bene del Paese, dell’Europa e della Chiesa. Brigida porta personalmente al re e alla regina “Gli ammonimenti del Signore” ed invia lettere e messaggi ai sovrani di Francia e Inghilterra, perché pongano fine all’interminabile ‘Guerra dei Trent’anni’. Esorta anche papa Clemente VI a correggersi da alcuni gravi difetti, a indire il Giubileo del 1350 e a riportare la Sede pontificia da Avignone a Roma.
Il nuovo Ordine religioso
Nella solitudine di Alvastra, concepisce anche l’idea di un nuovo Ordine religioso. Sarà detto ‘del Santo Salvatore’ e si ispira alla Chiesa primitiva raccolta nel Cenacolo attorno a Maria.
A Roma
Per l’Anno Santo del 1350 Brigida è a Roma. Non ne riceve una buona impressione. Nei suoi scritti la descrive popolata di rospi e vipere, le strade piene di fango ed erbacce, il clero avido, immorale e trascurato. Avverte fortemente la lontananza del papa, al quale nelle sue lettere descrive la decadente situazione della città, spronandolo a ritornare nella sua sede. Per i romani il suo invito è scomodo. La chiamano “la strega del Nord”. Isolata e ridotta in miseria chiede l’elemosina.
Brigida, come altri grandi spiriti del suo tempo, sogna l’Europa unita e in pace, governata dall’imperatore e guidata spiritualmente dal papa.
A Roma studia il latino, si dedica alla preghiera e alle pratiche di pietà, trascrive in gotico le visioni e le rivelazioni del Signore, che poi passa subito al suo segretario Pietro Olavo perché le traduca in latino. Dalla dimora di Campo de’ Fiori, che abiterà fino alla morte, invia lettere al papa, ai reali di Svezia, alle regine di Napoli e di Cipro e naturalmente ai suoi figli e figlie rimasti a Vadstena.
Pellegrina e apostola in Italia
Brigida si fa pellegrina a vari santuari del Centro e Sud d’Italia. Nel 1365 a Napoli è artefice e ispiratrice di una missione di risanamento morale, ben accolta dal vescovo e dalla regina Giovanna che opera una radicale conversione nei suoi costumi e in quelli della corte.
Spirito riformatore, si occupa anche della famosa abbazia imperiale di Farfa nella Sabina, vicino Roma, dove l’abate con i monaci “amava più le armi che il claustro”. La sua voce è purtroppo inascoltata. Lo stesso avviene con i papi Urbano V e Gregorio XI con i quali intrattiene una pressione epistolare, a volte molto infuocata.
In Terra Santa
Quest’anima infaticabile, ormai settantenne, si avvia verso la fine. Ottenuto nel 1370 da Urbano V il via per il suo Ordine religioso, intraprende il suo ultimo e più desiderato pellegrinaggio: in Terra Santa.
A Cipro viene accolta dalla regina Eleonora d’Aragona, che approfitta del suo passaggio per attuare una benefica riforma nel suo regno.
A maggio 1372 arriva a Gerusalemme, dove per quattro mesi può visitare e meditare nei luoghi della vita terrena di Gesù. Torna a Roma col cuore pieno di ricordi ed emozioni e subito invia ad Avignone il vescovo Alfonso di Jaén con un’ulteriore messaggio per il papa, per sollecitarne il ritorno alla sua sede romana.
La morte e il sogno
A Gerusalemme, Brigida contrae una malattia, che in fasi alterne si aggrava sempre più, e in breve tempo dal rientro a Roma termina la sua vita terrena il 23 luglio 1373. Il suo sogno di vedere il papa tornare a Roma non si è realizzato. Poco più di tre anni dopo, il 17 gennaio 1377, S. Caterina da Siena avrà questa consolazione.
Il suo linguaggio
Brigida di Svezia ha il merito, come tante spiritualità del tardo medioevo, di mettere le verità della fede alla portata del popolo, con un linguaggio visivo che colpisce la fantasia, tocca il cuore e spinge alla conversione; per questo le “Rivelazioni” esercitano un grande influsso per lungo tempo nella vita cristiana, non solo dei popoli scandinavi, ma anche dei latini.
I patroni d’Europa
Il papa Giovanni Paolo II ha proclamato Santa Brigida, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) compatrone d’Europa insieme a san Benedetto da Norcia.
AR luglio 2019
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