VERSO SANTIAGO

Cronaca di un pellegrinaggio di famiglia (in auto), tanti anni fa… era il 1996 …

 

CARCASSONE

di Guido Verna

 

Siamo già stati a Carcassonne; come allora, anche questa volta abbiamo la stessa sensazione: la Cittadella sarà pure più figlia di Viollet le Duc che di architetti medievali, ma è sempre tanto bella e “rende l’idea”. Dentro le mura bisogna sgomitare per fare qualche passo, tanti sono i visitatori.

 

Il castello

 

Il fascino del castello prova a lusingarci, ma il poco tempo a disposizione e la grande ressa non si combinano.

La Basilica di Saint Nazaire

 

Al fascino del romanico-gotico della basilica di Saint-Nazaire cediamo, invece, volentieri. Il suono dell’organo è la degna colonna sonora delle immagini che una giornata piena di luce fa “vivere” nello splendore delle vetrate e che meriterebbero molto più tempo di quello che abbiamo. Ci fermiamo – ma solo un po’ – a ritemprarci su quella centrale, con i sedici medaglioni che rappresentano la vita di Cristo, e su quella della cappella della Santa Croce, con l’albero della vita di San Bonaventura.  Una preghiera di fronte alla lapide di Simon de Montfort e siamo di nuovo fuori.

 

Medaglione centrale

 

 

 

 

 

 

 

Le vetrate

Nella piazzetta antistante troviamo una libreria, essenzialmente orientata verso il Medio Evo, dove mi lascio andare piacevolmente. C’è di tutto, su questo unico filo conduttore, dal libro scientifico alla guida di Santiago, dalla cartolina ricordo alla musicassetta. Porto via due libretti della deliziosa collana Decouverts di Gallimard, Les Templiers, chevaliers du Christ di Regine Pernoud[1] e Compostelle, le grand chemin di Xavier Barral i Altet. Sono dei tascabili, ma da “ricchi”, in carta patinata, pieni di immagini e di colori, che, con un supporto iconografico debordante, aiutano la lettura e la comprensione anche di un lettore pigro. Invidio un po’ i francesi per questa capacità divulgativa che hanno i loro storici e le loro case editrici…

E’ l’ora di andare. Rientriamo nel fiume gonfio dei turisti che, ordinato ma monotono come una fila ad uno sportello postale, continua lentamente a muoversi. Passando davanti ad un negozio di souvenir, uno dei tanti, notiamo una locandina che annuncia una mostra sull’Inquisizione e sugli strumenti di tortura. Provo una certa irritazione per questa solita e ormai stantia rappresentazione falsificata e falsificante del Medio Evo, l’ennesimo tentativo — pur di fronte alle vestigia medievali autentiche o anche che “rendono l’idea” — di opporre all’evidenza fisicamente percepibile la lettura ideologica della storia. La “leggenda nera” sul Medio Evo[2] trova ancora dei cantastorie. Spero vivamente che la mostra abbia un successo pari all’interesse suscitato dalla locandina sul fiume di turisti che insieme a noi passa davanti ad essa, ignorandola completamente.

Sarà la leggera irritazione, sarà – più verosimilmente – l’ora, ma il vuoto allo stomaco sta diventando fastidioso. La baguette farcita di prosciutto è terapia, non tentazione. Affrontiamo vittoriosamente la lunga cura all’ombra di un grande albero appena fuori le mura.

 

Guido Verna

1996

 

 

[1] In italiano il libro è stato pubblicato con il  titolo I templari, Effedieffe, Milano 1993.

[2] Cfr. Marco Tangheroni, La “leggenda nera” sul Medio Evo, in Cristianità, Piacenza, n.35-35, febbraio-marzo 1978.

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