Anche questa è storia 5
La fede non svilisce la libertà e la dignità della persona, ma la promuove. Le opere dei santi lo dimostrano.
“Vi voglio onesti cittadini e buoni cristiani” Giovanni Bosco
San Giovanni Battista de La Salle Francia 1651-1719
sacerdote francese di Reims, avendo molto a cuore la gioventù povera e ignorante, si impegna nella scuola. Constatando che molti insegnanti non sono preparati né motivati, comincia proprio da loro la sua opera. Ne raccoglie un gruppo in una casa comune; vive con loro, studia e li fa studiare, osserva metodi e organizzazione di altre scuole; comunica loro la gioia dell’insegnamento, dell’aprire scuole; da “ripetitori” li fa veri “insegnanti”. Da questo “seminario” nasce l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane (1682), che deve affrontare immancabili incomprensioni e persecuzioni, superate da Giovanni con la fortezza della fede.
L’impostazione del “seminario dei maestri per la campagna”, non ha lunga durata, ma i Fratelli delle Scuole Cristiane continuano ad aver premura di formare gli insegnati, anche attraverso la pubblicazione di manuali e testi per l’insegnamento. I Fratelli, presenti in tutto il mondo, si impegnano a testimoniare l’amore di Dio per l’uomo nell’ambito scolastico, attraverso l’insegnamento catechistico, tutte le discipline scolastiche, e l’insegnamento professionale.
Beata Angelina di Montegiove Montegiove 1377 – Foligno 1435
Da oltre cento anni le Suore della Beata Angelina vivono la vicinanza all’uomo nell’attività educativa, nell’insegnamento, nell’attività catechistica, i collegi e, dopo la seconda guerra mondiale, gli orfanotrofi. L’Istituto ha radici molto lunghe. Nasce a Foligno sul finire del Trecento (1397). Angelina da Montegiove e alcune sue compagne si riuniscono insieme, desiderose di vivere lo spirito di San Francesco d’Assisi nella povertà, nella preghiera, nel servizio all’uomo. Presto nascono altre case ad Assisi, a Viterbo, a Firenze, a Rieti. Ma non è ancora maturo il tempo di vedere donne consacrate al di fuori di un monastero e le Suore vengono strutturate nella vita monastica.
Agli inizi del secolo XX, l’Istituto ritrova la sua identità secondo lo spirito della Fondatrice. Il carisma di Madre Flora Guancini (Grotte Santo Stefano 1867 – 1939), per ventiquattro anni superiora generale, contribuisce al consolidamento del nuovo corso. L’anima del loro servizio all’uomo è lo sguardo costantemente rivolto a Gesù crocifisso obbediente al Padre, sguardo che alimenta lo spirito di amore.
San Giovanni Bosco Castelnuovo d’Asti 1815 – Torino 1888
“Perché don Bosco s’impiccia del lavoro dei ragazzi? Vada a fare il prete!”. E lo sta facendo, ma non in sagrestia. Ha iniziato il suo ministero sacerdotale tra i giovani poveri delle periferie di Torino e sta diventando un vero Padre e Maestro dei giovani, rivoluzionario nella pedagogia. Ma non si limita al pane e all’istruzione. Nella Torino industriale del suo tempo i giovani sono sfruttati. Non esita a farsi loro sindacalista formulando insieme ai datori di lavoro i primi “Contratti” con precisi diritti e doveri e rispetto dell’età dei giovani. Però non usa violenza, come quando da ragazzo difendeva i compagni deboli azzuffandosi con gli aggressori, perché non può contraddire il suo obiettivo ultimo che è salvare le anime dei giovani portandoli a Dio. Nascono i Salesiani.
È solito dire: “Vi voglio felici qui e nell’eternità”. Ma da bravo figlio di contadini, con la concretezza del vivere quotidiano, li invita ad essere “onesti cittadini e buoni cristiani”, persuaso che la “santità consiste nello stare allegri” e che è facile farsi santi. La sua estrema fiducia nelle potenzialità dei giovani realizza attraverso il Sistema Preventivo fondato sulla Ragione, Religione e Amorevolezza, quello che talvolta per genitori, educatori e adulti sembra un sogno: offre ai giovani il Vangelo della gioia attraverso la pedagogia della bontà.
San Giuseppe Nascimbeni Torri del Benaco 1851 – Castelletto di Brenzone 1922
“Se nissun ve le dà, févele vu come volì”. Don Giuseppe Nascimbeni, parroco di Castelletto di Brenzone, ha bussato, senza esito, alla porta di vari Istituti e a quella del Vescovo, che taglia corto: se non trovi, falle tu le suore, come vuoi. E lui convoca quattro anime buone che collaborano con lui. Tra queste Domenica Mantovani, già consacrata con voto di verginità, che sarà la cofondatrice. Stende uno Statuto, adatta qualche stanza. Sono le Piccole Suore della sacra Famiglia.
Tutta la sua esistenza è un infaticabile servizio alla formazione umana e cristiana del “povero popolo” a lui affidato. Forte del bagaglio della sua famiglia ricca di fede e valori umani, in fedeltà alle indicazioni della Chiesa e con la collaborazione delle figlie spirituali, spende ogni cura ed energia per dare vita a molteplici iniziative in ogni ambito, con particolare attenzione a quello educativo, convinto che la conoscenza sia un fattore determinante per la promozione della persona, il benessere della famiglia e il progresso sociale. Ama ripetere: “insegnate ai giovani quello che devono credere, sperare, amare”.
Santa Maria De Mattias Vallecorsa 1805 – Roma 1866
Sta riflettendo: forse deve fare anche lei qualcosa. Suo padre è un vero educatore. Le ha insegnato a pregare e ad amare la Sacra Scrittura. L’ha introdotta nel significato profondo dell’Agnello pasquale, Gesù che viene condotto alla morte e versa il suo sangue per la salvezza degli uomini. Mentre la giovane si fa tante domande, arriva una predica di don Gaspare del Bufalo (futuro santo) a farla innamorare perdutamente di Gesù.
Si sente trasformata in predicatrice e missionaria. Comincia in mezzo ai pastori, ai quali insegna a leggere e scrivere, ma soprattutto ad amare Gesù. Predica e catechizza, in piazza e in chiesa, entusiasmando tutti e preoccupando il vescovo, che manda un osservatore in incognito. Ma: quella donna “parla meglio di un prete”. Si sposta a dorso di mulo da un paese all’altro. Dove non può arrivare di persona spedisce lettere, quasi 2000, a qualunque categoria di persone. Con alcune compagne dà inizio alla Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo (1834) per l’evangelizzazione e la promozione della persona umana con scuole, ritiri spirituali, catechesi, accoglienza dei più poveri. l’Istituto è presente in ventisei nazioni.
San Giuseppe Calasanzio Spagna 1557 – Roma 1648
Viaggio di sola andata. Il giovane sacerdote, stimatissimo dai vescovi, è stato inviato presso la Santa Sede per il disbrigo di pratiche importanti. Ma Roma lo rapisce: colpito dalla miseria in cui vivono i ragazzi abbandonati, dà inizio a un nuovo istituto per la preparazione degli insegnanti, con l’obiettivo di dare un’istruzione ai più poveri e combattere così l’analfabetismo, l’ignoranza e la criminalità. Nascono nel 1587 le “Scuole Pie” (Scolopi).
Scrive il santo: “È missione nobilissima e fonte di grandi meriti quella di dedicarsi all’educazione dei fanciulli, specialmente poveri”. Il suo progetto è salvare i giovani realizzandoli, con l’insegnamento della fede e della morale insieme a quello delle scienze umane. I Padri Scolopi, presenti in 32 Paesi del mondo, si prodigano per l’istruzione e l’educazione umana e cristiana della gioventù fin dai più teneri anni, si prestano a reggere convitti, all’insegnamento accademico, alla direzione di seminari od orfanotrofi, alla formazione professionale anche per giovani diversamente abili, nonché alla cura parrocchiale.
Per saperne di più: www.Beati e Santi di Giovanni Paolo II – IGW-Resch …www.santibeatietestimoni
…www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/index_saints_it.html
AR marzo 2019
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