GLI USA LASCIANO LA SIRIA

La Siria è sopravvissuta e ha vinto

 

Stefano Aviani Barbacci, 04/01/19

 

La notizia che gli USA lasceranno a breve Siria e Afghanistan ha lasciato esterrefatti e smarriti i governi europei. Duro il commento del presidente francese Emmanuel Macron: “Un alleato deve essere affidabile. Deploro profondamente la decisione degli USA”. L’inatteso annuncio sembra aver messo a nudo l’ipocrisia di Paesi che, pur soliti prendere le distanze dal bellicismo della politica americana, vi hanno nascostamente contribuito.

Anche i Paesi dell’Europea hanno gravi responsabilità nel presente disastro: hanno imposto sanzioni illegali contro la Siria; hanno consentito che le risorse di un’alleanza meramente difensiva quale è la NATO fossero usate per distruggere la Libia; hanno offerto copertura politica e sostegno militare a gruppi armati riconducibili ad al-Qa’da col fine di destabilizzare altri Paesi e mutare la geografia politica del Medio Oriente.

Si capisce dunque quanto sia fonte di irritazione e di imbarazzo il dover far fronte alle proprie responsabilità. Se gli USA portano via i propri reparti scelti (tra i 2.000 e i 5.000 uomini), resteranno in Siria non più di 500 militari francesi e inglesi e ciò significa che gli Europei devono ora decidere se lasciare a loro volta o accrescere di 5 o 10 volte la propria presenza militare.

Molto rispettato in patria, Ron Paul è uno dei critici da sempre (il suo soprannome è “Mister No”) della spesa militare e dell’impegno delle forze armate USA all’estero.

 

Nel 2020 si torna a votare negli USA e il 70% degli elettori reputa che in Afghanistan, dopo 17 anni di occupazione militare, non sia cambiato niente. I veterani contestano il ricorso facile allo strumento militare e ricordano ai politici il fallimentare bilancio dello US Special Operations Command: “0 vittorie, 2 sconfitte e 7 pareggi” in 15 anni.

I media ufficiali (come la CNN) hanno perso credito per aver legittimato campagne militari inconcludenti con argomenti pretestuosi quali l’esportazione della democrazia o la sicurezza del Paese, tanto più che l’associazione delle vittime dell’11/09 contesta la versione ufficiale al riguardo degli attacchi terroristici contro il Pentagono e le Torri Gemelle.

Se nel Congresso dominano ancora i “neocon” di entrambi i partiti, cresce nel Paese la credibilità dei critici della guerra e del mondialismo quali i repubblicani eccentrici Ron Paul e Paul Craig Roberts o la democratica Tulsi Gabbard (che è anche una veterana dell’Iraq). Sono i “dissidenti” americani, di cui mai si sente parlare sui nostri giornali.

 

La deputata delle Haway e veterana della guerra in Iraq Tulsi Gabbard. Con Ron Paul si è opposta ai trasferimenti di armi USA ai “Ribelli Siriani” e al Regno Saudita.

 

E’ duro ammettere il fallimento e Trump lo ha edulcorato con un twit: “Abbiamo sconfitto l’ISIS in Siria, il mio unico motivo per restare…”. Ha messo il cappello sulla vittoria altrui… ISIS e al-Qa’da sono state sconfitte non dagli USA o dalla NATO ma dall’esercito della Siria e dai suoi alleati, un esercito di leva che ha conteso ai terroristi ogni metro di terreno e ha sopportato il prezzo esorbitante di 104.000 perdite senza sfaldarsi.

Esistono piuttosto molteplici prove delle collusioni dell’Occidente con l’ISIS e con al-Qa’da in Siria. Lo scorso settembre si è saputo del programma di sostegno (75 milioni di euro) del governo olandese al gruppo terroristico Jabhat al-Shamiya… Innumerevoli le armi fornite ai terroristi dalle “grandi democrazie”, persino droni, missili anticarro e missili antiaerei di cui l’Esercito Arabo Siriano è venuto in possesso dopo la resa di molteplici gruppi armati.

USA ed Europa non possono accreditarsi ora come “parte della soluzione”, essendo stati piuttosto “parte del problema”. Dunque, la pace che verrà sarà quella di Astana e non quella di Ginevra, e gli accordi tra le parti non dovranno attendere il consenso di una qualche amministrazione americana, forse per la prima volta dal secondo dopoguerra a oggi.

 

 

Militari della Guardia Repubblicana diretti in pulman da Damasco a Manbji per riprendere il controllo del confine turco-siriano.

 

Intanto, la Guardia Repubblicana si sta trasferendo da Damasco a Manbji a far da scudo ai Curdi contro i Turchi. Bashar al-Assad di certo non allontanerebbe dalla capitale i suoi fedelissimi senza un chiaro disegno e senza la certezza di un accordo con i Curdi a portata di mano.

Un accordo che, secondo alcune fonti, sarebbe già stato firmato… La Siria si sarebbe impegnata a rispettare l’autonomia dei Curdi e a difenderne il territorio dagli invasori Turchi. I Curdi avrebbero riconosciuto il diritto della Siria all’integrità territoriale e Bashar al-Assad quale presidente legittimo del Paese.

Senza la US Air Force i Russi avranno il pieno controllo del cielo anche nel Nord della Siria e questo significa che Erdogan non avrà altre possibilità di attaccare i Curdi (peraltro bene armati). Ma qualcosa devono aver promesso anche a lui, perché tra Idlib e Aleppo le milizie filo-turche combattono ora contro quelle filo-saudite. Come si vede, la coalizione per il regime-change si è del tutto sfaldata e questo è un capolavoro “politico” di Lavrov e Putin.

Gli USA lasciano, ma la notizia vera è che (contro ogni pronostico) la Siria è sopravvissuta e ha vinto.

 

RIFERIMENTI
·         Redazionale, “Macron Vs Trump: Un alleato deve essere affidabile”. Informazione Quotidiana, 24/12/18.
·         P. Ricci, “L’Olanda ha supportato jabhat al-Shamiya riconosciuto dai suoi tribunali come gruppo terroristico”. Vietato Parlare, 11/09/18.
·         Redazionale, “L’ uomo Saker dell’anno 2018: i ‘dissidenti’ americani”. The Saker, 13/12/18.
·         P. Mastrolilli, “Trump: Abbiamo sconfitto l’Isis in Siria, l’unico motivo per stare lì. Via le truppe USA”. La Stampa, 19/12/19.
  • Ricci, “Aleppo/Siria: Al Qaeda attacca villaggi presidiati da jihadisti filo-turchi”. Vietato Parlare, 02/01/19.
  1. Vltchek , “In Siria l’intera nazione si è mobilitata e ha vinto”. Ora Pro Siria, 18/12/18.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi