di Carla Vanni

La mentalità magica è una tentazione permanente cui spesso cedono anche moltissimi Cristiani.

La mentalità magica si manifesta sotto diverse forme.

Una delle più comuni è  la ricerca sistematica di fatti straordinari, il voler vivere ad ogni costo esperienze prodigiose: locuzioni, presagi, apparizioni, visioni, profumazioni, estasi, sogni premonitori, profezie ed altro. Chi ricerca costantemente questi eventi affida la propria fede allo straordinario, al fatto incredibile, all’eccezione. Se donati da Dio, è evidente che tutti questi fenomeni sono assolutamente positivi e preziosi. Ma questo è ben diverso dal ricercarli incessantemente.

Lo straordinario esiste, certamente: ne sono testimoni i santuari mariani nel mondo, luoghi dove è apparsa la Madre di Dio per purificare ed accrescere la nostra fede. O i miracoli eucaristici, con i quali Dio ci ha confermato la presenza viva e vera di Suo Figlio nell’ostia e nel vino della Mensa. 

Ma la ricerca ostinata di fatti straordinari è altro:  in realtà è una scorciatoia, un trucco per evitare il cammino lungo e tortuoso della vera conversione. Certo, avendo assistito ad un’apparizione della Madre di Dio, chiunque crederebbe di più e senza alcuno sforzo. Ecco, questo è il fine nascosto di questo tipo di mentalità magica: ricercare qualcosa che dispensi dalla fatica quotidiana della conversione, dai suoi cambi di rotta, dalle sue inversioni di marcia, dal cambiamento faticoso che la fede vera richiede. La fede cresce nello sforzo quotidiano, con la frequentazione dei Sacramenti, con la preghiera, nell’amore per gli altri e non certo ricercando voci o visioni mistiche.

Santa Teresa di Gesù Bambino, pur essendo consorella di Santa Teresa d’Avila e di San Giovanni della Croce che ebbero esperienze mistiche assai rilevanti, chiedeva al Signore una “normale vita Cristiana”, desiderando più la monotonia del sacrificio che la straordinarietà dell’estasi. E spiegava questo dicendo che nella prima esperienza lei offriva, nella seconda riceveva. Ed il Signore la assecondò, donandole una via priva di esperienze straordinarie significative.

Un’altra forma di mentalità magica è il culto reso agli oggetti, e questa concezione è molto prossima alla superstizione che San Tommaso definiva ” il rendere culto a chi non lo si deve o come non lo si deve “. (Summa Theologiae, q. 92)

Parleremo del seconda definizione: per la prima, il pensiero corre immediatamente al satanismo, ma vedremo in seguito che non solo a satana viene reso un culto improprio, anche se ovviamente quella resta la forma più grave di questo errore.

“Il culto come non lo si deve”: di cosa si tratta?

Si tratta di quelle cattive abitudini che tutti abbiamo di riempirci il portafoglio di immaginette, la casa di immagini sacre senza che la nostra disposizione d’animo sia correttamente indirizzata. Il culto come non lo si deve è lanciare baci alle statue in chiesa, magari omettendo la genuflessione di fronte al Tabernacolo ed almeno un momento di adorazione. Quante volte abbiamo visto devoti pregare rapiti dalla statua del Sacro Cuore, e passare poi  indifferenti davanti a Cristo realmente presente e conservato nel Tabernacolo?

Si tratta anche del ripetere determinate preghiere a determinate ore o in determinati giorni SENZA LA DISPOSIZIONE DEL CUORE, MA ATTRIBUENDO A QUESTI ATTI UN POTERE CHE SOLO DIO POSSIEDE. Attribuiamo ad una formula, ad un rituale, ad un oggetto un potere che obiettivamente non hanno: cosa può mai l’apporre un‘immaginetta su una persona malata, senza la disposizione d’animo necessaria? Il credere che la sola apposizione di un pezzo di carta su una parte malata sortisca qualche effetto è mentalità magica. Cosa produrrà mai una candela accesa davanti all’Immacolata Concezione? Nulla.. invece preghiamoLa, affidiamoci a Lei e poi diamoLe culto sotto questa forma materiale.

L’immaginetta nel portafoglio in sè ovviamente non ha alcuna forza: si tratta di un materiale privo di qualsivoglia potere sulla nostra vita. Ma portandola con noi, abbiamo la certezza di essere protetti, consigliati o guidati dal Santo dalla Santa raffigurati…ai quali magari non dedichiamo neppure un minuto per leggere la preghiera loro dedicata sul verso del santino.

Questo è un errore, ovvero: l’affezione ad oggetti materiali  non è certamente vietata dalla Chiesa, ma solo se accompagnata da un reale culto a Dio, degno di riceverlo sopra a chiunque e, soprattutto, sopra a qualunque cosa.

Questa forma di mentalità magica è molto prossima alla superstizione vera e propria. Non è lontana infatti dall’attribuire al povero gatto nero il potere di portare sfortuna, se non all’ignaro quadrifoglio quello contrario. Non ci inganni l’immaginetta sempre con noi, non ci tenga tranquilli il bacio alla statuetta del Santo prima di addormentarci: l’atteggiamento mentale è lo stesso. Non perchè il nostro culto è indirizzato verso il sacro lo dispensa dall’errore, non perchè maneggiamo immagini di Santi siamo al riparo dalla superstizione. Quindi va bene il portafoglio con le immaginette, ma prima preghiamo l’Assemblea dei Santi con cuore fiducioso. 

Un’altra espressione della mentalità magica è attribuire qualsiasi nostro male al demonio. Certo il nostro nemico non si fa sfuggire occasione per renderci la vita difficile, ma non tutti i nostri problemi vengono da lui che, potendo, sicuramente li infiammerebbe. Ma non è lui direttamente e sempre responsabile delle nostre contrarietà, dei nostri problemi, dei nostri guai. Anche questo atteggiamento è da evitare: altro non fa che deresponsabilizzarci dalla causa dei nostri problemi. Se è sempre colpa del demonio (e magari anche degli altri) quando mai impareremo a metterci in discussione, ad esercitare su di noi una critica fattiva? Anche questa è una forma di mentalità magica, grave perchè attribuisce al demonio il potere di influenzare la nostra vita a suo piacimento. E non esiste falsità più falsa.

Queste pratiche, queste false devozioni, questa mentalità magica aprono le porte al nemico  ed alle sue influenze nefaste: niente gli è più indispensabile del nostro rifiuto della volontà di Dio, dei nostri stratagemmi per illuderci di aggirare i Suoi progetti. Ha bisogno della nostra paura della vita, della nostra mancanza di sottomissione al Padre, della nostra ricerca di mezzi che in qualche modo Lo sostituiscano nel nostro cuore, ha bisogno che la nostra fiducia vada ad altri e ad altro. Come nell’Eden: da allora non ha cambiato strategia,  ma noi siamo cambiati ..eccome!.. riscattati come siamo stati dal Sangue di Cristo.

La disposizione d’animo orientata rettamente, l’umiltà del cuore, l’abbandono nelle mani di Dio, il progresso nella conversione, l’amore verso il prossimo, la preghiera: queste sono le strade da percorrere. Attribuendo un qualsiasi potere ad altro o ad altri che non sia l’Onnipotente,  sottraiamo al Creatore una delle sue peculiarità di Padre amorevole che provvede, a volte con progetti misteriosi, al nostro vero bene.

Mettiamoci sempre nella mani di Dio e viviamo fiduciosi in Lui. Il nemico è perdente, da sempre e per sempre.

 

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