di Carla Vanni

Oltre quarantaquattromila libri conservati in un ambiente tecnologicamente avanzato, tanto amore e molta competenza: questa è la Biblioteca Provinciale del Convento San Paolo dei Frati Minori Cappuccini a Viterbo.

le moderne strutture di Viterbo

interno di un fondo

 

Ci riceve Padre Eleuterio Ricci, riservandoci un’accoglienza tipicamente Cappuccina: un sorriso mite e cordiale, apertura di cuore e di mente, non pochi tratti di un santo umorismo. Licenziato in Teologia, laureato in Pedagogia, Padre Eleuterio si è specializzato in Biblioteconomia ed Archivistica presso la scuola vaticana. Ordinato Sacerdote nel 1968, ha ricoperto numerosi incarichi in molti Conventi del Lazio ma si occupa di libri da quando, nel 1984, l’allora Ministro Generale Flavio Roberto Carraro (ora Vescovo Emerito) lo incaricò di occuparsi della Biblioteca Centrale dell’Ordine. Mentre di quella di Viterbo Padre Eleuterio si occupa dal 2013. Il lavoro svolto fin qui è imponente: sono stati schedati 13.141 libri moderni (posteriori al 1830) ed oltre 5000 libri antichi (dal 1500 al 1830.  Ricostruite nella sede di Viterbo le biblioteche di Roma Via Veneto (circa 21.000 volumi) e quella dei Cappuccini di Bracciano (circa 5.800 volumi): queste biblioteche risultavano già schedate anche se sommariamente.

Il blocco di libri più antichi proviene appunto dalla biblioteca romana ed è stata ricostruita a Viterbo. Risalente  al 1631, anno di consacrazione della Chiesa dei Cappuccini all’Immacolata Concezione (la prima Chiesa di Roma intitolata alla Madonna con questo titolo) la biblioteca romana è stata la prima Cappuccina e la più importante: oltre al proprio patrimonio, accoglieva in tutta sicurezza anche i testi più preziosi delle biblioteche dei Conventi del Lazio, ed ancora quelli salvati dalla ingenuità di alcuni Frati: molti libri, infatti, rischiavano di essere ceduti come carta da macero solo per l’inesperienza dei Frati, prontamente còlta da approfittatori che si offrivano di “sgombrare il Convento dalle cose da buttare”. Altri libri sono stati messi in salvo da Frati particolarmente accorti che, nel 1870, riuscirono a preservarli dall’ondata anticlericale e distruttrice piemontese. Ed ora sono al sicuro a Viterbo. I “segni di possesso”, ovvero le annotazioni sul transito di un libro da una biblioteca all’altra, raccontano una storia di cultura e di amore di cui dobbiamo essere grati a chi, nel perfetto anonimato, ha permesso a noi ed a quelli dopo di noi di poter godere di queste opere.

testi conservati nella biblioteca

frontespizio

 

 

Sono conservati anche i volumi provenienti dai Conventi di Farnese, Bagnoregio, Bassano di Sutri, Montefiascone, Velletri, ed altri: tutti collocati a Viterbo e recuperati dallo scorrere del tempo e da avverse condizioni di conservazione. E ci sono ancora centinaia di colli da aprire, verificare, restaurare, classificare.. un lavoro ingente anche per le prossime generazioni di Cappuccini!

 

Quello della conservazione dei libri è un carisma acquisito col tempo: i Cappuccini se ne sono iniziati ad occupare ed ora posseggono un patrimonio di libri dei più vari argomenti. Innanzitutto, tutti quelli di cultura ecclesiastica specialmente ispirata alla spiritualità Cappuccina. E poi letteratura, matematica, geografia, astronomia.. tutto quello che occorreva a formare i Cappuccini ed a dotarli di una buona cultura eterogenea.

pagina di un manoscritto

dettaglio

 

La schedatura dei volumi di Viterbo è inserita in un’OPAC internazionale di biblioteche di Cappuccini: un enorme database che raccoglie le informazioni su tutti i libri conservati in tutte le biblioteche Cappuccine del mondo che viene aggiornato annualmente a fine agosto. La Biblioteca Provinciale aderisce anche al Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN), riguardo i libri antichi, e contribuisce col suo patrimonio di volumi alla cultura nazionale ed internazionale.

Ora manca solo l’apertura al pubblico della sala di consultazione a Viterbo: è ottimamente allestita, i libri da mettere a disposizione sono stati preparati, i Cappuccini aspettano di ricevere il pubblico ma, come spesso capita nel nostro Paese, l’iter burocratico è lungo e tortuoso e sta rendendo più lunghi ed incerti del previsto i tempi di apertura. Speriamo che tanto valore e tanta cultura siano presto a disposizione di chiunque voglia.

prospettiva della sala

la sala di consultazione

 

Ringraziamo il Guardiano Padre Alessandro Di Blasio, che ci ha affettuosamente consentito questa visita, e Padre Eleuterio Ricci per la dotta ed amorevole accoglienza.

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